Le mie pubblicazioni

UNA VIPERA NEL BIDET

Ritenendo che attualmente la lirica non sia più una delle forme rappresentative della poesia, e che anzi lo scollamento della letteratura da ogni altra forma del sapere sia quasi oltraggioso per chi ritiene di essere un umanista, ho abbandonato il quieto rifugio della vecchia poesia andando verso un tipo  nuovo, che potrei definire “ scientifico “, o “ matematico “. 

Nasce così questa trilogia , che è sostanzialmente un affresco sulla condizione dell’uomo e sul suo possibile futuro.

Nel primo libro, La trascendenza del pigreco, si accenna ad alcuni dei grandi problemi attuali della fisica, della matematica e della filosofia. 

Il secondo libro, Brutti e cattivi, è lo scenario di un ritorno dell’uomo all’età della pietra, o della sua estinzione. Questa situazione potrebbe essere provocata dall’avverarsi di uno dei tanti rischi esistenziali che oggi l’uomo corre. L’avverarsi di uno o più di questi rischi potrebbe innescare una regressione culturale che porta alla protervia dell’ignoranza, che, comunque generata, conduce inevitabilmente alla violenza e alla distruzione.

Il terzo libro, Il postumanesimo, parla della super intelligenza artificiale ( IA ) . L’IA è il risultato di quella parte dell’ informatica che elabora sistemi in grado di prendere decisioni autonome, e di imparare. E più impara, più l’IA diventa autonoma, e più diventa autonoma più impara, finchè, alla fine, potrebbe maturare una coscienza. Molti non si chiedono se questo sia possibile, ma quando avverrà. In quel momento ci sarà una esplosione di intelligenza milioni, miliardi di volte superiore all’intelligenza umana, che lascerà l’uomo irrimediabilmente indietro. L’IA cosciente, in principio creata dall’uomo, sarà l’utensile definitivo, l’approdo teleologico di un cammino iniziato con la prima lancia scagliata da un sapiens. Ma non ne avremo il controllo

IL VIOLINISTA SULLA LUNA

Ho due figli, distanziati fra loro di due anni.

All’età di sette anni affidammo il più grande a un maestro di musica, che veniva in casa due volte alla settimana e che gli inflisse un anno di solfeggio.

Il piccolo, che gironzolava intorno facendo finta di niente, al termine dell’anno disse al maestro; “ E’ questa la musica? La so anch’io “, mettendosi a solfeggiare meglio del fratello. E volle cominciare a studiare il violino, per prepararsi – diceva – una volta diventato astronauta, a suonarlo sulla luna.

La cosa fu per me così piena di poesia che decisi – in realtà molto più tardi – di intitolare questo libro IL VIOLINISTA SULLA LUNA

Fuori dal Coro

Sentore di Donna

Profumo aroma fragranza, ma anche effluvio emanazione afrore, del corpo, dell’anima: cosa c’è di più potente e sottile, coinvolgente e irresistibile, del sentire di una donna e del suo sentore?

Ho immaginato Sentore di Donna in un momento particolare della mia vita.

Mi trovavo immobilizzato da varie fratture dopo un terribile incidente stradale – 150 chilometri all’ora frontale contro un camion – da cui ero uscito incredibilmente vivo.

E allora come non mai ho sentito quanto fosse forte la vita e l’amore che genera la vita, e il rimpianto che un uomo dovrebbe avere, verso la sua fine, se ha vissuto “ senza appartenenza”, senza conoscere la spinta della natura primordiale e l’erotismo che trascende i corpi per avvicinarlo al divino.

Così ho scritto il libro.

l libro Sentore di Donna può essere visto come un romanzo breve in versi.

Un poeta sulla sessantina, che narra in prima persona, si trova per lavoro a Portovenere. Qui conosce una splendida signora sui quarant’anni. Hanno una breve e intensa relazione…

Lui sente che la sua vita si sta avviando alla fine e vive questa come un’ultima stagione d’amore.

Questo libro vuole anche essere un omaggio alle Cinque Terre.

Fuori dal Coro

Fuori dal Coro

L’essere “fuori dal coro”, e dichiararlo nel titolo stesso, è una posizione polemica, ma è anche la condizione stessa che il poeta – se tale – nel mondo attuale è costretto a vivere.

 

Infatti poche sono oggi le autentiche occasioni di ascolto e di confronto con la “vera poesia”, e pertanto fare professione di “vera poesia” attualmente è quanto mai arduo e richiede una buona dose di coraggio.

(dalla prefazione di Alessandro D’Agostini)