Dicono di me

“L’arte sottile e magica di Gallieri si solleva di colpo, con impensate metafore, fra le voci del passato e i torpori e le lontananze di una passionalità che ora si ritrae in se stessa, e ora, al contrario, si offre alla meditazione dei sensi, come un fiore che si apre e si chiude. Che è, se si vuole, il tempo e il respiro della poesia”

(Giuseppe Marchetti, poeta e critico)

“Colpisce, negli scritti di Francesco Gallieri, una potenza tellurica, come quella che hanno la disperazione, la solitudine e, all’opposto, la fede. Come se un oscuro martellante profondo avesse battuto la materia delle parole, anche quelle che con studiata delicatezza lui dispone a dire delle stagioni, dei luoghi”.

(Davide Rondoni, poeta e critico, fondatore e primo Presidente del Centro di Poesia Contemporanea della Università di Bologna)

“Francesco Gallieri ci presenta una poesia che alla prima lettura scorre per la sua musicalità come limpida acqua di sorgente, ma come l’acqua di sorgente contiene la storia minerale del suo passaggio nelle falde sotterranee, così la poesia di Gallieri nasconde suggestioni, significati ed apporti che rivelano la materia segreta di cui si compone”.

(Alessandro D’Agostini, poeta e critico, fondatore del Movimento Poeti d’Azione)

“La poesia di Gallieri è nuova, autorevole, prosegue e interpreta secoli di tradizione letteraria. E’ intensa, atipica, ben diversa dall’anemico linguaggio della poesia massmediatica che va di moda oggi”.

(Giorgio Linguaglossa, poeta e critico, da L’ombra delle Parole. Rivista Letteraria Internazionale)

Una vipera  nel bidet rappresenta una svolta importante non solo nel percorso artistico di Francesco Gallieri, ma per l’innovazione che apporta in una nuova concezione della poesia…Essa affronta la connaturata intraducibilità di tutti quei linguaggi che non sono immediatamente accessibili all’esperienza umana fuori dal pensiero puro. Indagare con i più precisi strumenti del pensiero le complessità di rapporto tra l’uomo, la macchina e il mondo, e farlo attraversando la scrittura in versi, è un lasciapassare per nuovi territori.

Alessio Zanichelli ( critico )